martedì 11 giugno 2013

Peak oil demand is the new black

Anche l'editor energia e commodities dell'Economist Simon Wright è d'accordo con la teoria della peak oil demand, di cui ho bloggato qui qui. Le ragioni di Wright sono spiegate nel video riportato sotto.

lunedì 10 giugno 2013

Risorse shale, nuove stime dall'EIA

L'EIA ha pubblicato un nuovo studio sulle risorse mondiali (o quasi) di gas e petrolio intrappolate nelle rocce scistose. Lo studio è un aggiornamento di un lavoro del 2011, rispetto al quale è stato incrementato il numero di Paesi e di bacini geologici presi in esame; le zone prese in esame sono quelle colorate nella cartina riportata qui sotto.  L'Italia non è inclusa nello studio.

Qualche considerazione sullo studio: 

-Prima di farsi prendere da facili entusiasmi sulla "rivoluzione che sconvolgerà il mondo dell'energia", ricordiamoci che il report parla di technically recoverable resources, cioè di quelle risorse che sarebbe possibile estrarre, stanti le tecnologie attuali, indipendentemente dal loro costo d'estrazione. Si noti quindi che la logica economica alla base delle scelte di produzione/investimento delle compagnie dell'O&G non rientra nelle considerazioni alla base del report. 
-Rispetto al 2011, le risorse stimate da shale aumentano del 10% per quanto riguarda il gas naturale e ben del 900%  per quanto riguarda il petrolio
- Si conferma come notevolissimo il peso delle risorse shale sulle risorse totali di idrocarburi. A livello mondo, per il gas le risorse da scisti rappresentano il 32%, mentre per il petrolio il 10%. 
- In Cina ci sarebbe un sacco di shale gas. Con le giusta combinazione di condizioni economiche e geologiche, la Cina potrebbe avere a disposizione abbastanza shale gas per soddisfare il fabbisogno dei prossimi 240 anni  (of course, a consumi fissi 2012). 
- In  Russia le risorse di shale oil sono state stimate in 75 mld/bbl, che ne farebbe il primo Paese per risorse di petrolio da scisti al mondo. 



martedì 4 giugno 2013

Bankitalia: giù il consumo di idrocarburi

Nella relazione annuale presentata il 31 maggio, Bankitalia tratteggia lo scenario energetico italiano. Poche righe, sufficienti a farci la capire lo stato critico di settori indispensabili quali quello della  raffinazione, della generazione termoelettica e della distribuzione gas.  
"Nel 2012 il tasso di utilizzo degli impianti delle raffinerie italiane è stato pari al 79%, circa 20 punti percentuali meno di quanto registrato nel 2007. Una riduzione “da attribuire all’eccezionale contrazione dei consumi petroliferi nazionali nel corso dello stesso periodo (-24%)”.
La produzione delle centrali termoelettriche tradizionali si è ridotta del 22% rispetto al 2007, risentendo della minore domanda di energia elettrica (la richiesta sulla rete è diminuita del 4,3%) e del “forte eccesso di offerta determinato dall’incremento degli impianti a fonti rinnovabili (sostenuto da un generoso sistema di incentivi)”.
Il settore della distribuzione del gas ha infine risentito negativamente della riduzione della domanda per generazione termoelettrica tradizionale (-28%) e di quella per uso industriale (-31%)."