Le PRA (Price Reporting Agencies, come Platts, Argus, Heren...) si trovano ancora sotto il fuoco delle critiche dei mercati (e dei regolatori, vedi qui) per via del loro ruolo nei mercati delle commodities energetiche. Qualcuno ricorderà che nel 2012 lo IOSCO, l'organizzazione internazionale che riunisce i regolatori borsistici nazionali, aveva lanciato un'inchiesta sul funzionamento delle PRA e sul loro ruolo nel mercato petrolifera, conclusasi con l'emanazione di alcune guida (tra cui l'impegno nell'adozione di un codice etico da parte delle PRA) a cui le agenzie di price reporting si dovrebbero adeguare.
Ore le stesse PRA sono di nuovo nell'occhio del ciclone, questa volta in relazione ai mercati del gas naturale. In particolare, come spiegano bene il FT e Verda, un numero crescente di operatori (utility, produttori, trader) ha smesso di comunicare i dati relativi ai prezzi spot di vendita/acquisto del gas naturale, riducendo il pool delle transazioni sui quali le PRA basano propri monitoraggi giornalieri e in base ai quali vengono stabiliti i loro prezzi spot daily ai vari punti di consegna. Ciò aumenta indubbiamente le possibilità sia di imprecisioni nel Price Reporting che di manipolaggio da parte di operatori del mercato a fini speculativi.
Inoltre, tale inconveniente sta aprendo nuove prospettive per i broker che operano nel settore, che hanno tutti gli interessi a fare rimanere il mercato delle transazioni gas il più trasparente e liquido possibile. Si veda l'esempio del Tankard Index, prodotto lanciato a inizio 2013, e che consiste in un indice dei prezzi del gas registrati in 4 hub (NPB, TTF, NCG, GASPOOL) per contratti day, week e month ahead.