La ragione? L'effetto sostituzione gas/petrolio. Secondo Kleinman, tale fenomeno, che stiamo iniziando a sperimentare in questi anni, diventerà sempre più marcato negli anni a venire, per via della continua diminuzione del prezzo del gas naturale, a sua volta legato alla c.d. shale revolution.
Interessanti sono i dati e le argomentazioni che Kleinman porta a sostegno della sua tesi. Tanto per cominciare, l'autore ridimensiona l'affermazione "more money, more car drivers" che viene spesso utilizzata come principale giustificazione della crescita futura (e presente) della domanda petrolifera in Cina e in altri mercati emergenti: l'affermazione è corretta, ma ciò che si tende spesso a dimenticare è che i bisogni degli automobilisti concorrono solo per il 25% ca. alla domanda di petrolio globale, come mostrato nella tabella sottostante (dati OPEC riferiti al 2010).
Molti operatori attivi nei settori diversi da quello Auto stanno sostituendo o hanno in programma di sostituire prodotti a base petrolifera con il gas naturale; negli USA, esempi possono essere trovati nell'aviazione, nella logistica (UPS e Fedex) e tra le stesse compagnie petrolifere, che sempre più spesso preferiscono far funzionare le proprie trivelle con motori a gas naturale. In UE, la Commissione ha annunciato un'ambiziosa strategia sui combustibili puliti, che potrebbe portare all'installazione di stazioni di rifornimento di GNL in tutti i 139 porti marittimi e interni della rete centrale transeuropea e alla creazione di una stazione di rifornimento ogni 400 km lungo le strade della rete centrale europea. In Cina, le vendite di camion funzionanti a GNL rappresentavano l'8% del totale nel 2012; inoltre, anche in seguito ai pesanti fenomeni d'inquinamento che stanno affliggendo il Paese (e ben riassunti qui), il governo sta spingendo per una transizione verso combustibili più "puliti".
La tesi è indubbiamente interessante, e Kleinman non è certo l'unico a sostenere che a breve potremmo vedere il picco della domanda petrolifera. Restiamo sintonizzati, fiduciosi che il dibattito sui consumi dell'oro nero non è destinato ad esaurirsi nel breve periodo.
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